Concessioni autostradali, il governo e Aspi potrebbero tornare ala tavolo delle trattative. Lo scontro frontale potrebbe non convenire a nessuno.
Autostrade e il governo potrebbero tornare al tavolo delle trattative. L’inizio del 2020, per quanto riguarda la politica interna italiana, è caratterizzato dall’accesa polemica sulla revoca delle concessioni ad Autostrade.
Si tratta del grande sogno di Luigi Di Maio, che dal giorno della tragedia del Ponte Morandi ha iniziato una campagna mediatica e politica contro la famiglia Benetton. Ma la strada non è tutta in discesa, come ipotizzato in un primo momento dal leader politico del Movimento 5 Stelle, anzi…
Concessioni autostradali, fase di stallo
La revoca delle concessioni ad Autostrade costerebbe allo Stato una cifra che si aggira intorno ai setto/otto miliardi di euro. Decisamente meno dei 23 chiesti da Aspi in nome delle norme vigenti prima del Milleproroghe, che ha cambiato le carte in tavola. Resta da capire se in maniera legittima o meno. Insomma, il risparmio sarebbe considerevole ma la spesa sarebbe comunque ingente. Ma non è tutto.
Atlantia potrebbe infatti decidere di portare il governo (o parte del governo) in Tribunale chiedendo il risarcimento dei danni per gli attacchi alla società. Società quotata in borsa e che ha risentito delle stoccate arrivate imprudentemente dal mondo della politica.
Paradossalmente, nonostante le dichiarazioni di rito e l’immagine da difendere, tra Aspi e il governo sta maturando la consapevolezza che arrivare allo scontro frontale potrebbe essere poco conveniente per tutti.
Autostrade e il governo potrebbero tornare al tavolo delle trattative
Autostrade andrebbe a perdere una fonte di guadagno che rappresenta una vera e propria miniera d’oro senza sapere se e quanto possa ricevere come indennizzo dallo Stato. Il governo è consapevole del fatto che forzare la mano per arrivare alla revoca potrebbe portare a una crisi all’interno della maggioranza e non è certo di non dover risarcire i Benetton. Che sarebbe una bella beffa.
Morale della favola, Aspi e lo Stato potrebbero tornare al tavolo delle trattative per raggiungere un accordo conveniente per tutti. Stando a quanto riferito da il Corriere della Sera, i Benetton potrebbero mettere sul piatto 600 milioni di euro per la ricostruzione del Ponte di Genova, 800 milioni da utilizzare per coprire gli indennizzi ai genovese e altri 700 milioni da investire per le necessità stabilite dal governo stesso.
L’offerta sarebbe considerata insufficiente da una parte del governo, mentre Luigi Di Maio non sarebbe intenzionato a prendere in considerazione nessun tipo di proposta. Insomma, nelle prossime settimane tutto potrebbe succedere…